Ciao a tutti cari lettori e lettrici,
oggi voglio dare spazio alla critica costruttiva di un amico del Dottore, Carlo (è della Basilicata, una persona abituata a convivere con i terremoti), in risposta al mio articolo "Aiuta subito con un SMS i terremotati dell'Emilia".

Vi invito a leggere la mail che mi ha scritto, in quanto ci sono utili spunti interessanti per qualche riflessione.
"Scusami caro Dottore se non condivido quello che scrivi a proposito degli sms che considero solo una forma di accattonaggio mediatico ormai diffuso in maniera intollerabile perché ripetutamente utilizzata per ogni e qualsiasi iniziativa facendo leva sui sensi di colpa di chi non è direttamente coinvolto in queste vere tragedie sulle quali gli sciacalli, a tutti i livelli, non esitano a sbranarsi tra di loro. E sarò più preciso perché la gente ha la memoria corta e si fa prendere dalle emozioni dimenticando facilmente alcune cose che meritano di essere ricordate:
Quando c'è stato il sisma in Abruzzo il responsabile della Protezione Civile, tale Bertolaso oggi inquisito per molte cose che riguardano la sua disinvolta gestione dei cosiddetti grandi eventi, dichiarò testualmente: "daremo conto di ogni singolo centesimo ricevuto dagli sms di solidarietà"; furono raccolti otto milioni di euro, una goccia nel mare rispetto ai miliardi di euro stanziati per la ricostruzione (se siano stati spesi è tutto da verificare), quindi a cosa sono serviti quegli "spiccioli? Non ce lo ha mai detto, se n'è andato in pensione portandosi dietro le grane giudiziarie che sono note a tutti e non ha avuto modo di dare mai il rendiconto delle somme ricevute e nemmeno lo ha fatto il suo successore, che, sarà bene ricordarlo, percepisce uno stipendio di circa 50.000 euro al mese e, quindi, ha i mezzi per aiutare anche personalmente chi ha bisogno.
La mia personale opinione è che abbiano utilizzato quelle somme per comprarsi tante belle divise con le quali "spararsi le pose" davanti alle telecamere guardandosi bene dallo sporcarle prendendo una vanga e spalando come fanno i "VOLENTEROSI" che sono cosa diversa dai "VOLONTARI"! Mai visto un volontario con la divisa stropicciata, devono stare in prima fila a farsi vedere ed a pavoneggiarsi per poi dire che hanno fatto tutto loro mentre i Vigili del Fuoco li ho visti sporchi e sudati e raramente in prima fila. Quindi sarebbe bene prendere le decine di milioni di euro che ci costa quest'altro ennesimo carrozzone della cosiddetta Protezione Civile e destinarli agli aiuti affidando all'esercito le "missioni di pace" nella nostra sgarrupata Italia dove non occorrono nemmeno carri armati, autoblindo e aerei da caccia per aiutare le popolazioni.
Aggiungo che, come faceva Andreotti decine di anni fa (forse sei giovane e non te lo ricordi, si chiamava soccorso invernale), hanno già aumentato il prezzo dei carburanti e, quindi, contribuirò per circa 50 euro all'anno per tutta la vita. Essendo un pensionato, ritengo già molto alto il mio contributo senza dover pagare dei buffoni sempre celebrati dai media come "i salvatori"!

Aggiungo che ho mandato il mio contributo a persona seria ed affidabile di Modena che ha acquistato il necessario e lo ha consegnato a chi ne aveva bisogno, senza intermediari, senza pubblicità, e senza farsi notare; almeno di una cosa sono sicuro: il mio contributo è arrivato per intero perché la persona che ti dicevo ci ha rimesso la benzina di tasca sua!
Cordialmente e con tutta la mia solidarietà per chi vive ore drammatiche e forse ha perso anche la speranza, oltre agli affetti, ai beni che aveva ed al lavoro."
Ringrazio Carlo per l'interessante mail che mi ha spedito.
Ci sentiamo domani... e se volete dire la vostra sulla lettera di Carlo, commentate direttamente questo articolo.
Ciao
Doc.
3 commenti :
Metti che abbia ragione? Basta guardarsi indietro per capire.....
Ho versato il mio modesto contributo a favore dei terremotati,ma giuro…….d’ora in poi non verserò più un euro per nessuna catastrofe.
So che la mia suona come una bestemmia, ma ho deciso.
Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di due euro. Non partiranno bonifici, né versamenti . Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famiglie.
Resisterò agli appelli dei vip, alle testimonianze dei politici. Non mi farò impressionare dai palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non darò un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.
Non darò più un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla.
Non verserò più un euro, perché pago già le tasse fino all’ultimo centesimo e sono tante, in queste tasse ci sono anche i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile, che vengono sempre spesi per altro. Si rivolgano invece ai troppi eccellenti evasori che navigano tranquillamente nell’ economia del nostro Paese.
Con le mie tasse c’è anche previsto il funzionamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella nei programmi televisivi.
Napolitano dice “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva, adesso vogliamoci tutti bene, poi si vedrà. Ma io non sto con loro, perché io non sono come loro, io lavoro per mille miseri euro al mese, non campo di politica, alle spalle della comunità e poi mentre loro, loro tutti, hanno responsabilità su quello che è successo, perché governano con diverse forme – da generazioni – gli italiani , io non ho colpa di nulla. Anzi, sono per la giustizia. Loro sono per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.
Non darò più un euro. Perché so che mia madre, prende di pensione in un anno, meno di quanto un politicante guadagna in un mese.
Non darò più un euro . E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi, ma siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto.
Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo disgraziato paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: riducendo gli stipendi dei politici e quelli dei super manager. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ad ogni nuova cosa che penso, la rabbia monta sempre di più.
Non darò più un euro, ma do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Oggi, rivendico il diritto di dire quello che penso.
Grazie Bofola e Italiana stanca per le opinioni che avete condiviso!
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